IN
ABRUZZO E OLTRE
1894 -
1897
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D'Annunzio
ventenne sulla
spiaggia di Francavilla |
Il
nuovo anno si apre nel segno della solitudine del convento, dove
D’Annunzio elabora il «Trionfo della morte». In settembre, trovandosi
a Venezia per incontrare Hérelle, conosce Eleonora
Duse,
già avvicinata a Roma in veste di cronista della Tribuna. In autunno si
stabilisce nel villino Mammarella, a
Francavilla con la Gravina e la
figlia e inizia la faticosa elaborazione del romanzo «Le vergini delle
rocce» apparso a puntate sul convito e poi in volume presso Treves con
data 1896. Nel 1895 D’Annunzio partecipa alla nascita del convito, la
rivista fondata da Adolfo De Bosis. Nello stesso anno parte per una
crociera in Grecia con Hérelle.
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Il
villino Mammarella di Francavilla
dove D'Annunzio abita con Maria
Gravina
e la figlia Renata dal 1894 al 1897. |
Il
viaggio gli fornisce suggerimenti e immagini per il rifacimento di Canto
novo e per la composizione delle successive opere: La città morta e Laus
vitae. In autunno si reca a Venezia per partecipare alla chiusura della
prima esposizione nazionale d’arte e l’occasione gli permette di
incontrare la Duse, favorendo la nascita di quel sodalizio passionale,
artistico e intellettuale, che orienterà l’estro del poeta verso il
teatro, in genere adatto alla tematica superomistica e alla repentina
fruizione delle masse. Tra ottobre e novembre i due artisti dimorano a
Venezia da dove rendono noto alla stampa il progetto di creare un grande
teatro ad Albano.
Domenica 03 Marzo 2008
L’ottantesimo anniversario della nascita di Pescara coincide col
settantesimo anniversario della morte di chi ne è stato fra i primi
fautori sembrano non casualmente sfiorarsi. Perché il nome di Gabriele
D’Annunzio e quello di Pescara sono uniti dalla storia, oltre che dalla
memoria cittadina. La città giovane e il ragazzo prodigio. Il luogo
d’ispirazione e il Vate. Figlio di un Abruzzo forte e gentile, nato
dall’umanità ricca e varia che viveva nelle case basse della sua
Pescara, D’Annunzio è diventato famoso col sapore del verde Adriatico e
il ricordo delle sue tamerici salmastre ed arse sempre e ovunque nel
cuore. Forse di Pescara Gabriele D’Annunzio è stato il primo vero
promotore, per averne incarnato così bene la forza travolgente e
l’apertura verso il nuovo. Di certo non l’ha mai dimenticata,
trasfigurandola nelle opere più importanti, o con quel suo vezzo di
parlare in dialetto stretto agli amici, ai conterranei, o, ancora, con i
gesti eclatanti del Vate e le solitudini che accompagnarono il Poeta nei
momenti del dolore e del ricordo. Né la città ha mai ripudiato il suo
genio letterario, la sua vita spesa fra gli amori, le avventure, le
imprese militari e la sua discussa passione politica. Era un uomo del
suo tempo, capace di tradurne il mito e di rappresentarne le
contraddizioni. Era, è stato e sempre sarà, un pescarese veramente
convinto, anche nelle invettive e nei momenti di distanza da
quell’Abruzzo, mai, forse, così bene immortalato come nei versi di
D’Annunzio. Di questo rapporto la città conserva tutti i segni, nelle
strade e nei luoghi a lui intitolati, nelle manifestazioni nate per
celebrare il suo nome, le sue origini, nei libri e nelle
rappresentazioni teatrali che raccontano le mille sfaccettature e le
mille accezioni di un genio poliedrico e intramontato, che parla ancora,
persino attraverso i prodotti tipici che lui stesso nominò, quali ad
esempio l’Aurum oppure il Parrozzo ed ancora il Senzanome, prodotti che
hanno ricavato a Pescara un altro spazio nel mondo. Un rapporto forte,
non intaccato dallo scorrere del tempo, come dimostra il fiorire di
iniziative che a 70 anni dalla sua morte su D’Annunzio hanno ancora
molto da dire. In questo rapporto il Comune ha fatto la sua parte, sia
sostenendo chi ha ben alimentato iniziative e memorie negli anni, sia
pure facendosi portatore, quando è stato possibile, di iniziative
proprie capaci di testimoniare e dare un futuro al legame tra la città e
il suo cittadino. Così celebreremo D’Annunzio e discuteremo attraverso
eventi, spettacoli e convegni, sicuri che facendoci custodi della nostra
storia e aprendo nuovi spazi ove far circolare cultura e opinione,
faremo qualcosa che al pescarese D’Annunzio non sarebbe dispiaciuto:
celebrare il Vate e regalare una città nuova al Poeta.
(Ex Sindaco di Pescara LUCIANO D’ALFONSO )
(Continua ) |