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8 dicembre 2002

Domenica, primo giorno di un settembre 2002 strano, iniziato in maniera incolore e finito in un pronto-soccorso di un ospedale di Monza, il San Gerardo, attaccato a una quantità di elettrodi lottando tra la vita e la morte nel bel mezzo di un infarto.
 

Risveglio alle 8,30 del mattino,  colazione con caffellatte, biscotti e marmellata, solita barba in bagno, stavolta da solo, sia all'andata che al ritorno. Mi sento ancora meglio di ieri e oggi decido di andare in trasferta andando a trovare i miei compagni di stanza e le infermiere di cardiologia. Prima tappa nella camera dove ero stato ricoverato il ventisette e ritrovo ancora due dei vecchi compagni che mi felicitano appena mi vedono. Mi trovano anche loro bene e io comunico che l'indomani mi trasferiscono ad Arco.


 

“…Oggi è giorno di visite sia al mattino che al pomeriggio e questa mattina mi vengono a trovare Alessandra, la mia figliola e Cesare il mio compagno di tennis degli ultimi 2 anni. Restano un pò a conversare sul più e sul meno e poi mi lasciano, è ora di pranzo. Stamattina ne ho fatta parecchia di strada, avanti e indietro dal reparto, il tragitto per andare e tornare dalla sala d'aspetto, incomincia ad andare tutto bene, se non ci fosse quel forte dolore al petto. Pranzo con pasta asciutta, pouree di patate e prosciutto crudo. Per frutta una bella mela golden. Il pomeriggio ho la gradita visita di mamma Donatella e Luciano e in più di mio cugino Carlo con moglie, di Galli con moglie, di mio cognato Gianni con Adriana e di Anna Pilloni una mia collega di lavoro. Il tempo passa in fretta e la giornata lentamente volge al termine. E' ora di cena e poi si cercherà di dormire un pochino, domani è un altro giorno, quello del trasferimento ad Arco. 

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